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Vogliamo trasportarci, con questa nuova “Riflessione Micologica”, unitamente ai nostri ormai numerosi lettori, nell’affascinante, meraviglioso ed intricato “Mondo delle Russule” che, senz’altro, nell’immensità del “Regno dei Funghi”, con le circa 250 specie segnalate nel territorio italiano, intende mettere alla prova la capacità di determinazione dei micologi più esperti che spesso sono costretti a ricorrere, per un corretto riconoscimento della specie, alle reazioni chimiche e, ancor più spesso, all’esame dei caratteri microscopici.
Abbiamo sempre avuto, come si conviene a quanti come noi, nella qualità di dilettanti appassionati di micologia, attratti dalle meraviglie che il “Regno dei Funghi” nasconde tra i suoi numerosi misteri, si avvicinano allo studio delle innumerevoli specie fungine che ne fanno parte, un timore riverenziale a trattare, anche se in forma divulgativo-informativa, il genere Russula che, pur se di facile riconoscimento relativamente alla determinazione del Genere, ospita numerose specie fungine che singolarmente presentano una notevole difficoltà di determinazione che spesso, ripetiamo, mette in difficoltà anche i micologi più esperti.
Su tali presupposti, nella nostra qualità di “semplice dilettante, studioso di micologica” - qualità che intendiamo sempre evidenziare a supporto delle nostre fatiche mico-letterarie - ci cimentiamo a presentare, in “punta di piedi”, ai nostri affezionati lettori, una specie fungina a larga diffusione territoriale, di facile determinazione anche per i cercatori meno esperti, conosciuta su tutto il territorio nazionale con la denominazione volgare di “Verdone” o anche di “Colombina verde” che scientificamente assume l’epiteto identificativo di Russula virescens.
Genere Russula Pers. (1796)
Al genere appartengono numerose specie fungine a crescita terricola che si associano in funzione di simbiosi ectomicorrizica a numerose colture arboree. Si tratta di funghi ben strutturati, forniti di cappello e gambo, privi di residui velari, con struttura omogena (quando cappello e gambo sono formati da cellule di analoga struttura e risultano essere tra di loro saldamente uniti tanto che la separazione tra i due elementi avviene con una certa difficoltà), con imenoforo (zona fertile del fungo posizionata nella parte inferiore del cappello ove si formano gli elementi fertili: le spore) non asportabile, a lamelle, con carne priva di latice ed a frattura gessosa (quando per le sollecitazioni esterne si rompe nettamente con un tipico “crac” comportandosi, alla frattura, alla stessa maniera di un pezzetto di gesso o di polistirolo), definita anche cassante per la presenza di cellule a forma sferica (sferociti) [Miceli A., 2020].
Le numerose specie appartenenti al Genere presentano le seguenti caratteristiche:
Cappello di dimensioni variabili dai 2-3 cm delle specie più piccole ai 15 cm ed oltre delle specie più grandi; con conformazione inizialmente sferico-globosa tendente, verso la maturazione, ad assumere un andamento disteso-convesso e, a volte, anche imbutiforme; generalmente privo di umbone (unica eccezione R. amara) [Galli R., 1996]; margine intero, striato, ed anche scanalato-solcato; colore generalmente molto variabile, oscillante tra le numerose sfumature del bianco-biancastro, rosso, giallo, arancio, verde, bruno, grigio, nero-nerastro, colori spesso combinati tra di loro con diverse proporzioni che conducono a colorazioni policrome di diversa sfumatura e spesso di difficile interpretazione [Sarnari M., 2007]; cuticola, a seconda delle singole specie, più o meno asciutta, vellutata, granulosa, viscida, glutinata, verrucosa, zigrinata, rugosa o, ancora, screpolato-areolata in maniera più o meno evidente [Galli R., 1996; Sarnari M. 2007]; può essere completamente aderente alla carne sottostante o separabile in maniera totale o solo parziale [Galli R., 2016; Sarnari M., 2007]. Imenoforo a lamelle che, a seconda delle varie specie, possono essere: “uguali” (quando non sono presenti lamellule) o “ineguali” (quando sono intercalate da lamellule più o meno numerose e di varia lunghezza). Possono ancora essere, in considerazione della loro posizione rispetto al gambo: “libere” quando si interrompono prima di congiungersi al gambo; “adnate”, quando il margine posteriore si unisce totalmente al gambo; “decorrenti”, anche se raramente e per pochissime specie, (quando dopo essersi unite al gambo proseguono allungandosi verso il basso). Rispetto alla consistenza possono ancora essere: “fragili”, quando scorrendoci sopra con un polpastrello, con leggera pressione, si rompono facilmente; “lardacee” quando resistono a tale manovra senza subire alcun danno, trasmettendo sensazione di cedevolezza e di untuosità. Gambo di consistenza gessosa, inizialmente pieno poi, verso la maturazione, più o meno farcito, midolloso o spugnoso; centrale, si presenta, sempre a seconda delle varie specie, slanciato, leggermente claviforme, tozzo. Colore generalmente bianco-biancastro ma può anche assumere, per numerose specie, totalmente o solo in parte, colorazioni rosate, rossicce, violetto ed altre ancora. Carne di consistenza molto variabile: dura e tenace per numerose specie o, per numerose altre, fragile, molle, spugnosa. Generalmente bianca anche se, ad invecchiamento o dopo esposizione all’aria o sottoposta ad essiccamento, possono subentrare variazioni cromatiche. Numerose specie possono presentare, al taglio, un viraggio più o meno intenso verso colorazioni gialle, rossastre o nerastre. Sapore elemento particolarmente utile ed importante per pervenire alla determinazione della specie e stabilire, al contempo, seppure in maniera empirica ma pur sempre valida, la commestibilità delle numerose specie appartenenti al Genere. Può essere dolce o acre manifestando intensità variabili che si muovono all’interno delle due categorie. Si è soliti ritenere, secondo la tradizione ormai consolidata, che tutte le specie con sapore dolce siano commestibili mentre quelle con sapore acre, di cattivo odore o annerenti siano non commestibili.
Per un ulteriore approfondimento dell’argomento, con riferimento sia alle caratteristiche macroscopiche sia alle caratteristiche microscopiche ed organolettiche del genere, alla ecologia, habitat, reazioni chimiche, commestibilità e a quant’altro da noi omesso, rimandiamo il lettore ai testi monografici citati in bibliografia e ad altri ancora di comprovato valore scientifico [Cfr. Foiera F. ed altri, 1993; Galli R., 1996; Sarnari M., 2007 o successive ristampe].
Russula virescens (Schaeff.) Fries,
Anteckn. Sver. Ätl. Svamp.: 50 (1836)
Accentazione: Rùssula viréscens
Basionimo: Agaricus virescens Schaeff.1774
Posizione sistematica: classe Basidiomycetes, ordine Russulales, famiglia Russulaceae, genere Russula
Etimologia: Russula diminuitivo di rùssa = rossa, rosseggiante; Virescens dal latino virésco = diventare verde, ovvero verdastro, verdeggiante, tendente al verde, con riferimento al colore del cappello.